ATLANTEENERGIA
 Home 

Home

Questo lavoro nasce dalla voglia di dare pubblicita' ai dati inerenti i combustibili fossili. Si tratta di un argomento assai spinoso, e facilmente soggetto a pericolose politicizzazioni. Viviamo in uno stato di perenne tensione, ormai dagli anni '70, a causa del fatto che le risorse energetiche fondamentali - e particolarmente il petrolio - non sono piu' abbondanti come un tempo. Le disponibilita' energetiche pro capite si deteriorano, eppure pochi sembrano voler discutere l'importanza del problema. La "societa' della crescita", di cui facciamo parte, puo' crescere solo se ad aumentare sono i quantitativi di minerali e combustibili estratti dal sottosuolo; disgraziatamente, questa stagione sembra volgere al termine - a causa del raggiungimento dei limiti fisici di molte aree estrattive importanti - e le persone che ci guidano, anziche' sforzarsi di comprendere il problema, preferiscono raccontare che sara' sufficiente fare qualche buco nella sabbia per tornare ad essere felici.

Vista l'impossibilita', per il sottoscritto, di smuovere le opinioni di chicchessia circa l'approccio alle risorse naturali esauribili, ho preferito cercare di rendere immediatamente leggibili i dati numerici di produzione riguardanti i combustibili fossili. Qui troverete molti grafici, magari non belli, ma certamente piuttosto esplicativi.

La rete offre altri lavori di restituzione grafica di questi dati; purtroppo pero' sono quasi tutti in lingua inglese, spesso sono molto pesanti, e - specialmente se di buona fattura - richiedono all'utente l'impiego di tecnologie complesse. Qui la navigazione sara' piuttosto semplice, visto che la generazione dei grafici avviene tutta lato client tramite javascript: in tal modo il materiale che osserverete non avra' segreti, e lo potrete riutilizzare a piacimento, anche senza domandare il permesso. Chi lo desidera, puo' linkare qualsiasi pagina del sito: per evitare problemi, e nella misura in cui sara' possibile, i percorsi delle varie pagine saranno mantenuti invariati nel tempo. La banda richiesta per la trasmissione dei dati risulta modesta, rendendo facilmente accessibili i contenuti qui presenti alle tante connessioni tradizionali, e lente, a cui si devono affidare molti internauti. Buona lettura, e mi raccomando: passate a Firefox.

Stato di aggiornamento

Ultima modifica: nov 2008.

Ultima annata disponibile nei grafici: 2007.

Numero approssimativo di grafici presenti: 370.

Note di consultazione

I grafici disponibili descrivono produzioni e consumi di combustibili fossili per ogni singola nazione esaminata; i vari stati sono raggruppati in sei grandi regioni geografiche, a ricalcare le suddivisioni adottate nella fonte di dati di cui mi servo ora: l'Atlante Statistico edito annualmente da BP. Non mancano altre basi di dati, ma per ora preferisco limitarmi a questa. Per il futuro si vedra'.

La visualizzazione dei contenuti e' possibile solo permettendo l'esecuzione del codice javascript presente. Se il vostro browser vi dice che "..e' stato impedito a questa pagina Web di eseguire script.." potete fare due cose: nell'immediato, permettere l'esecuzione degli script (javascript e' notoriamente incapace di accedere al vostro hard disk, e quindi puo' fare pochi danni); successivamente, dotarvi di un browser serio, che eviti di spacciare per pericolose tecnologie sicure di aziende concorrenti e che vi difenda invece da pericoli reali (quali per l'appunto i controlli ActiveX, questi si' capaci di accedere al vostro disco rigido).

I grafici si visualizzano apparentemente bene su browser Mozilla/Firefox, Internet Explorer e Google Chrome. Non sembrano invece funzionare su Safari / Konqueror.

In ogni singolo grafico, i dati di produzione sono sempre rappresentati in verde, mentre quelli inerenti il consumo recano il colore rosso; la regola vale anche per i grafici che integrano ambo i dati. Puo' capitare di osservare immagini che raffigurano produzioni o consumi solo a partire da una certa annata, diversa da quella usulale del 1965: e' il caso delle nazioni dell'ex Unione Sovietica, per le quali il reperimento dei dati e' difficoltoso, o anche di alcuni giovani produttori africani o asiatici entrati in attivita' solo negli ultimi anni. Le formattazioni restano comunque identiche anche in tali casi.

Per poter leggere i dati in forma numerica, oltre ad una semplicissima griglia numerata, e' stata fornita la possibilita' di osservare valori di produzione e consumo sotto forma di titolo lasciando fermo il puntatore sulla barra del grafico desiderata.

I valori numerici di questa presentazione sono espressi in Milioni di Tonnellate Equivalenti di Petrolio - Mtep, o Mtoe in inglese; in tal modo, e' possibile confrontare o sommare direttamente dati eterogenei senza bisogno di eseguire calcoli di conversione.

Produzioni e consumi globali

Di seguito e' possibile osservare produzioni e/o consumi di combustibili fossili nel loro complesso; logicamente, nel caso dei valori riferiti a tutto il pianeta, produzioni e consumi si dovrebbero equivalere.

Le discrepanze osservabili nelle statistiche nascono dal fatto che, nel caso del petrolio, i valori di consumo comprendono anche additivi e biocarburanti; in tal modo, i due dati differiscono leggermente.

Vista la mancanza di dati sufficientemente sicuri per le produzioni di carbone e gas naturale per gli anni '60 - ed in parte anche per gli anni '70 - si e' preferito riferire i grafici dei totali complessivi ai valori di consumo, disponibili su un intervallo temporale piu' ampio.

Carbone: Consumo - Consumo pro capite

Gas Naturale: Consumo - Consumo pro capite

Petrolio: Produzione - Produzione pro capite

Qualche collegamento

Per partire, e' giusto indicare gli enti statistici di cui ci serviamo quando vogliamo qualche notizia precisa su petrolio ed affini: anzitutto BP, ed il suo atlante statistico; altre fonti di dati importanti per il settore sono IEA ed EIA, che raccolgono e pubblicano a loro volta notizie e cifre interessanti sul tema dell'energia e delle attivita' minerarie. I valori forniti dai vari enti non sono mai identici, a causa delle diverse convenzioni adottate per classificare i materiali estratti; qualche altra discrepanza nasce dalla forte politicizzazione di talune agenzie - lampante il caso della statunitense IEA, spesso impegnata a confortare la locale lobby dei petrolieri.

Per chiarirsi un po' le idee riguardo al tema dell'esaurimento dei combustibili fossili, e' indispensabile dare almeno un'occhiata a quel che dicono gli esperti di Aspo, e particolarmente di Aspo Italia per chi non ama l'inglese. Altra posizione importante e' occupata da The Oil Drum, ad oggi la piu' grande raccolta di studi sul tema. In questi siti troverete materiale a carattere tecnico: per gli amanti delle discussioni che includono spesso parole come "comunista" o "menagramo" potrebbero rivelarsi una cocente delusione.

Per gli estimatori del piu' nero catastrofismo, non possono mancare letture quali Dieoff, capostipite telematico del genere, o anche Oilcrash, ancora abbastanza aggiornato e dotato di una sezione italiana. Una sbirciata la puo' meritare pure Peakoil, dotato di contenuti piu' eterogenei ma comunque interessante.

Esistono anche centri di discussione piu' informali: vale la pena citare il celebre blog Petrolio, assieme al blog italiano di Aspo.

Ad ogni modo, la rete oggi fornisce molto materiale riguardo a questi argomenti: basta volerlo cercare.

Chi sono

Chi, io? Ah si, mi chiamo Fausto Melotti e sono un giovane geologo. Abito a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena.

Le cose che mi interessano sono poche: gli alberi, le frane, i numeri, la fatica del camminare, i tortellini in brodo, il buon vino, le belle donne...non necessariamente in questo ordine.

Se ho fatto una cosa come questa, vuol dire che di tempo da perdere ne ho: in effetti preferirei dedicarmi ad altro, ma in mancanza anche l'informatica e' un passatempo piacevole.

In passato mi sono occupato di cartografia digitale, rilevamento geomorfologico, geotecnica, dissesto idrogeologico, stabilita' di versanti in rocce sciolte, pianificazione territoriale, etc. Adesso mi limito a sbarcare il lunario, vedro' cosa potra' riservarmi il futuro.

Se vi va di fare delle chiacchiere, potete trovarmi anche a questo indirizzo.

La Storia

Nell'anno 1956 un geologo della compagnia petrolifera Shell, durante il meeting dell'American Petroleum Institute a San Antonio, Texas, annunciava che con buona probabilita' la produzione di petrolio dei 48 stati meridionali USA avrebbe raggiunto il suo culmine all'inizio degli anni '70. A partire da quella data, stando ai modelli da questi elaborati, avrebbe preso avvio un irreversibile declino dei volumi di olio estratti, anche in presenza di una intensificazione massiccia delle attivita' di prospezione e ricerca di idrocarburi da parte delle aziende e delle istituzioni interessate. Questa predizione, all'epoca, fu oggetto di dileggio ed attiro' sull'autore le ire di molti economisti e scienziati.

Fu grande lo stupore del mondo economico e scientifico quando, nel 1971, la predizione di M. K. Hubbert si rivelo' essere perfettamente veritiera: a partire dall'inizio degli anni '70, prendeva quindi avvio il declino inesorabile della produzione di petrolio degli Stati Uniti d'America. Quel titanico non-evento puo' essere considerato l'atto di nascita del mondo in cui viviamo oggi: un mondo nel quale si stampano pezzi di carta privi di valore, chiamati dollari, per acquistare il prezioso oro nero. Pezzi di carta che vengono imposti a chiunque con la forza delle armi - ancora per poco.

Negli anni, si sono succeduti molti onorevoli tentativi di avvisare il grande pubblico del rischio costituito dalla diminuita disponibilita' di risorse minerarie; vale la pena ricordare il fondamentale - e logicamente vituperato - lavoro del Club di Roma, ma anche i tanti contributi forniti oggigiorno dagli studiosi impegnati nella ricerca di idrocarburi e minerali. Nonostante la difficolta' di divulgare le idee pił elementari del pensiero scientifico moderno - quale l'evidente esauribilita' delle risorse minerarie - si sono fatti alcuni passi avanti importanti nel campo delle energie rinnovabili e della tutela ambientale.

L'aspetto del mondo in cui dovremo vivere domani dipende da poche, semplici scelte che dobbiamo fare oggi.